Ringrazia la sindrome dell'impostore

Fai parte anche tu dell’affollato “club degli impostori”, o meglio di quelli che dell’impostore hanno la sindrome, ma che nella realtà sono molto lontani dall’esserlo davvero?
Se la risposta è SI questo articolo fa per te e ti aiuterà anche a vedere la tua sindrome sotto una luce diversa ed a scoprire come puoi sfruttarla a tuo vantaggio invece di fartene abbattere.
Indice
- Cos’è la sindrome dell’impostore
- Perché è una sindrome che riguarda tutti
- Cosa ci fa capire la sindrome dell’impostore
- Come possiamo superare la sindrome dell’impostore
- Conclusioni
1. Cos’è la sindrome dell’impostore
Questa sindrome è stata “battezzata” nel 1978 da un gruppo di psicologi americani ed è uno dei modi principali in cui dubitiamo di noi stessi. Temiamo di essere considerati incompetenti dagli altri, o che gli altri scopriranno, prima o poi, la nostra incompetenza ed inadeguatezza. Pensiamo di non essere capaci di fare qualcosa o di non meritare quello che abbiamo o che ci viene riconosciuto dagli altri.
I pensieri o le parole con cui si manifesta questa sindrome possono essere del tipo:
- “Chi sono io per fare questo?”
- “Non ho le qualifiche o l’esperienza sufficiente per …..”
- “Non sono nessuno” o “Chi mi credo di essere!”
- “Non ho fatto abbastanza per …”
- “Gli altri sono molto più bravi di me”.
2. Perché è una sindrome che riguarda tutti
Sarei pronta a scommettere che quasi tutti, prima o poi, provano la sensazione di essere degli impostori e che il mondo si divida solo tra quelli che ammettono di provarla e quelli che mentono dicendo che non li riguarda.
Perché dico questo?
Perché penso che il rischio di provare questa sindrome sia strettamente collegato ai nostri sogni, ai nostri desideri più profondi.
Nessuno pensa, o teme, di essere un impostore rispetto a qualcosa che non gli interessa davvero.
E ti faccio un esempio che mi riguarda solo per darti qualche spunto di riflessione: dal momento che non mi interessa essere una ballerina, quando ballo non temo di essere un impostore. Mentre questa paura mi può venire quando scrivo perché il mio desiderio è quello di dare il mio contributo nel mondo attraverso la scrittura.
Per questo penso che:
- tutti prima o poi provano questa sindrome;
- che la provano più spesso proprio le persone che hanno sogni, progetti, ambizioni, cose a cui tengono molto.
C’è poi una sotto variante, per così dire, di questa sindrome perché penso che possiamo sentirci un impostore anche quando ci costringiamo, o siamo costretti da altri, a fare qualcosa che non è in linea con quello che davvero vogliamo. In questo caso il senso di essere un impostore credo si riferisca non tanto alla nostra capacità di fare qualcosa, ma appunto alla nostra reale volontà di farlo: dentro di noi sentiamo che stiamo facendo qualcosa che non ci appartiene e ci sentiamo, per questo, fuori luogo.
3. Cosa ci fa capire la sindrome dell’impostore
Ogni volta che provi la sensazione di essere un impostore il mio suggerimento è di ringraziarla! Si, perché in questo modo puoi avere la conferma che quello che vuoi fare, o quello che stai già facendo è qualcosa a cui tieni davvero o è in linea con quello che per te è più importante.
Non farti ingannare dalla facciata di questa sindrome e dall’ansia con cui si presenta.
Se hai la pazienza di andare un po’ oltre la superficie di questa sindrome scoprirai in che modo ti sta venendo in aiuto.
Il primo regalo che ci fa questa sindrome è di confermare quello che è più importante per noi, quello di cui vogliamo essere parte, quello che vogliamo diventare e di aiutarci a capire anche quello che non ci interessa. Quindi ogni volta che provi la sensazione di essere un impostore prova a farti questa domanda: “Mi sento un impostore perché questa cosa mi interessa tanto o perché non mi interessa affatto?”. E se la risposta è positiva, allora congratulati con te, perché hai scoperto cosa ti piace davvero, mentre se è negativa puoi capire cosa fare per tirarti fuori da qualcosa che non ti appartiene.
Il secondo regalo è di aiutarci a riconoscere come agisce il nostro EGO e come possiamo fare per gestirlo evitando che ci danneggi.
Si, perché quando proviamo questa sindrome in realtà non ci stiamo dando tempo e spazio per imparare e pensiamo che dovremmo già avere tutte le competenze, le qualità, i risultati che associamo a quello che vorremmo fare. Il nostro EGO ci spinge a pensare che siamo solo quello che abbiamo già ottenuto come risultato e non ci fa riconoscere ed apprezzare la bellezza del divenire, del processo con cui cresciamo e miglioriamo. È come se ci schiacciasse sul passato e sul presente senza farci vedere le potenzialità verso cui i nostri progetti, sogni, ambizioni ci spingono.
4. Come possiamo superare la sindrome dell’impostore
Partendo dal presupposto che questa sindrome ti può fornire delle informazioni importanti su di te, e su quello che vuoi e che non vuoi, il modo che ti suggerisco per gestire questa sindrome è di:
- accettarla e ringraziarla per le informazioni che ti ha dato;
- spostarti dalla posizione di impostore a quella di “principiante”.
Riconoscere ed accettare di essere dei principianti è un modo per passare dall’idea che “non sarò mai” a quella che “non sono ancora”, ma che sto imparando e che posso farlo. Ci sentiamo impostori se non ci diamo lo spazio per imparare, per crescere.
Se, ad esempio, ho ottenuto una promozione ad un nuovo ruolo è evidente che non saprò tutta una serie di cose relative a quel ruolo perché non l’ho mai assunto. Se mi immagino che “dovrei” già essere in grado di interpretare al meglio il mio nuovo ruolo mi identifico con un risultato finale e non accetto il fatto che ho bisogno, come tutti, di imparare qualcosa di nuovo per agire pienamente nel mio nuovo ruolo. Se, invece, accetto di essere una “principiante” nel nuovo ruolo, cioè una persona che sta iniziando ad assumerlo, allora mi verrà più facile capire tutto quello che posso fare per imparare e non mi sentirò un impostore, cioè qualcuno che sta mentendo, barando rispetto agli altri.
Nessun principiante è un impostore!
5. Conclusioni
Se abbiamo dei sogni, e se vogliamo andare avanti nella nostra vita e fare qualcosa di nuovo che ci fa scoprire le nostre possibilità e potenzialità, possiamo dare per certo che incontreremo in qualche modo la sindrome dell’impostore.
È una sindrome da cui non farsi spaventare, ma da considerare come un alleato per aiutarci a capire quello che è davvero importante e per ricordarci che siamo sempre dei principianti rispetto a quello che è nuovo per noi e che è proprio questo il nostro spazio di crescita e di miglioramento.
Smettiamo di essere impostori quando iniziamo ad essere principianti ed a fare il primo passo!
Se ci pensi bene i bambini sono “principianti” per eccellenza e come tali imparano e non si sentono “impostori” perché non sanno ancora camminare. Ci sentiamo impostori quando smettiamo di avere curiosità e meraviglia per il mondo, e per le nostre potenzialità, e ci identifichiamo con un ideale di quello che dovremmo o vorremmo essere, con il risultato finale e non con il processo di crescita che ci permette di raggiungerlo.
E tu che ne pensi? Rispetto a cosa tendi a sentirti un impostore? E come ti sentiresti se passassi dalla logica dell’impostore a quella del principiante? Segnala questo articolo a qualcuno che pensi possa averne bisogno e scrivimi a [email protected] se vuoi condividere le tue riflessioni con me.
Grazie per la lettura!
© workingroom 2023
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